venerdì 12 maggio 2023

Perché Di Daniela Dante


Eravamo vicini
affiancati
una mattina tersa
luminosa
l'aria cristallina
rendeva leggeri
i pensieri.
Tra la polvere aleggiava
una incerta primavera
avanzavamo nel silenzio
denso, nessun soffio di vento,
nessuna voce
solo il nostro respiro.
All'improvviso uno zezzio
rompe il silenzio
non capisco
i miei occhi
i tuoi, non vedono
poi il dolore
il sibilo che mi raggiunge
e ti vedo
Sei a terra
non rispondi
non più.
La guerra
perché?
D.D.


©Daniela Dante PremioParoleNuove AnimaDiVento2023




Sul lago Di Maria Stuto

 

La panchina in riva al lago
mi regala quadri d'autore
Una donna corre
un'anatra ancheggia
senza paura
tra la folla
un passero si spinge
fin sul tavolo del bar
a mangiare le briciole
avanzate.
E quei due vecchietti
che si tengono per mano
che tenerezza
li invidio quasi
per la loro complicità
Adesso sono quasi sola
spariti tutti nella corsa
per la cena
solo Lamberto
in mezzo al lago
con l'esile struttura
mi tiene compagnia
lo zezzio lo fa ondeggiare
increspa il lago
che riverbera
al tramonto del sole
dietro le montagne
Assaporo questo
paradiso e faccio pace
coll'universo


© Maria Stuto  PremioParoleNuove AnimaDiVento2023




ECCO IL VILE ZEZZIO IN UCRAINA di Concetta La Placa


Arriva un vile ZEZZIO
a destar l‘altrui attenzione.
Penetra dentro l’anima
e muove tristezza e angoscia.
Nei rifugi occhi di donne,
bimbi e uomini anziani,
sgranati dal terrore,
elevano sguardi verso l’alto,
come a voler invocare
una santa protezione.
Colpi di mortai e bombe deflagrate,
si odono tutt’intorno.
Nella notte solitaria e tetra
si eleva un mesto pianto di bimbo
e le urla di dolore.
Tremano gli uomini
che non han perso la ragione
e sperano e credono,
mentre altri diventati guerrafondai, negano la pace.
Si sa che del mondo in guerra,
non ci saranno mai dei vinti o dei vincitori.

©  Concetta La Placa  PremioParoleNuove AnimaDiVento2023



La furia - Di Patrizia Giordano

 

Rotolano e si contorcono le foglie
che il vento e la pioggia
hanno strappato dall'albero,
hanno lottato fino all'ultimo
respiro per rimanere avvinghiate
ma l'ultima sferzata le ha fatte volare via
senza scampo.
L'albero maestoso che svetta nel giardino
si sottomette al volere del vento
che prepotente s'intrufola fra i rami,
li piega, li fa ondeggiare ed il suo zezzio
fa paura quando i rami arrivano fino
a terra ma si riprendono e risalgono,
s'intrecciano e ritornano alla vita.
Riemerge dalla lotta furiosa
,ancora lì al centro del giardino ha ripreso il suo posto,
ondeggia e regge, s'inarca, s'incurva, riemerge.
Povero albero sembra smarrito
ma si erge nuovamente per riprendere respiro
e si rimette in piedi e si rimette in gioco.
Torna la calma, ritorna la quiete.

©Patrizia Giordano PremioParoleNuove AnimaDiVento2023




Dolce attesa Di Lorella Borgiani

 


Sento il fruscio delle foglie
e lo zezzìo del vento
annunciarsi nel mio giorno
pareti considerevoli di vita
mi accingo ad abbracciare
in quest’angolo di pace
in sintonia con il creato.
Anime sostengono
sentimenti e risvegli
in prossimità del tempo
mi accorgo
di abitarti dentro
e in dolce attesa tremo.

(26 aprile 2023)


© Lorella Borgiani  PremioParoleNuove AnimaDiVento2023



Zezzìo Di La Lucia

 

Il vento,
È uno zezzio molesto
che insiste e sbatte le imposte
È un sibilo insistente è un fischio
costante a volte leggiadro o furioso
che solleva e distrugge ogni cosa,
Lo ascolto,
e sento quel fischio leggero e preciso
è come un richiamo di amico che è
giunto improvviso da molto lontano,
Mi affaccio,
e vedo la gente che a fatica cammina
lotta e protesta,
Ruba i cappelli alza le gonne
raduna le foglie che salgono al cielo
son turbini allegri e danzano leggere
come farfalle,
Il vento,
è lamento è sibilo è zezzio molesto
pulisce ogni cosa e ogni cosa ridesta.

© La Lucia  PremioParoleNuove AnimaDiVento2023



NEL TURBOLENTO VORTICE DEL VENTO di Pasquale Vulcano


Si sperde la mia voce
nello ZEZZÌO del vento che imperversa
a raffiche su fronde tremolanti
e increspa l'onda che s'infrange e morde
la riva già sommersa,
nell'urlo che si fa sempre più atroce.
Mi sgretola i pensieri nei rimpianti
d'un tempo che non trova le sue corde;
s'abbarbica al mio passo ormai più stanco
ed al mio fiato, rantolo di morte
e grido invano e stringo solo il vuoto
nel turbolento sibilo
di questo vento che giammai s'acquieta
e sempre più allontana la mia meta!
Invano osservo l'orizzonte scuro
in cerca d'un barlume di chiarore,
d'un Zefiro che calmi il Maestrale,
sbiancando nei pensieri la speranza!
Tremo soltanto al tragico ricordo
allor che imperversò l'orrendo male,
in un percorso ostile che non scordo,
quando ululò tra lo ZEZZIO tremendo,
mentre al di qua del muro
tramutò in solitudine la stanza!
Or s'ode ancora il tacito lamento
di questo illuso cuore,
come vana preghiera
ad inseguire solo una chimera!
Poesia in metrica


© Pasquale Vulcano  PremioParoleNuove AnimaDiVento2023



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