Si sperde la mia voce
nello ZEZZÌO del vento che imperversa
a raffiche su fronde tremolanti
la riva già sommersa,
nell'urlo che si fa sempre più atroce.
Mi sgretola i pensieri nei rimpianti
d'un tempo che non trova le sue corde;
s'abbarbica al mio passo ormai più stanco
ed al mio fiato, rantolo di morte
e grido invano e stringo solo il vuoto
nel turbolento sibilo
di questo vento che giammai s'acquieta
e sempre più allontana la mia meta!
Invano osservo l'orizzonte scuro
in cerca d'un barlume di chiarore,
d'un Zefiro che calmi il Maestrale,
sbiancando nei pensieri la speranza!
Tremo soltanto al tragico ricordo
allor che imperversò l'orrendo male,
in un percorso ostile che non scordo,
quando ululò tra lo ZEZZIO tremendo,
mentre al di qua del muro
tramutò in solitudine la stanza!
Or s'ode ancora il tacito lamento
di questo illuso cuore,
come vana preghiera
ad inseguire solo una chimera!
Poesia in metrica
© Pasquale Vulcano PremioParoleNuove AnimaDiVento2023
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