venerdì 10 febbraio 2023

DESIDIA! di MariaVittoria Massimo


Vorresti forse
sfidarmi
non hai ancora
capito che
la negligenza
non fa parte del mio
pensiero…
dirò al vento
di portarmi lontano
visiterò il posto
del chiaro giorno che
si chiama energia…
la desidia mi invita
alla naturalezza
della vita non mi farà
conoscere
la via della poltrona…
i miei sentimenti
si chiameranno
desidia,sorgente
d’acqua romantica…
non credo che mi lascerò
avvolgere dalla
pigrizia degli attimi
solitari…
conserverò l’energia
combattiva
della mia stessa
immagine.

©2023 Maria Vittoria Massimo PremioParoleNuove AnimaDiVento



Desìdia - di - Vincenza Laface

 


Ognuno ha le sue parole
non tutti le dicono
con la bocca
non tutti hanno la possibilità
di soddisfarsi
di lasciarle libere al vento
Alcuni ne vengono privati
altri si privano da soli
dell'intento di farle uscire
dalla profonda desídia
Alcuni le tracciano
nel registro dell'anima
altri in quello della mente
che li invidia
chi si arma
ed imbraccia un fucile
per mirarle a ravvicinata distanza
oppure lanciarle laddove c'è mancanza
La parola non va negata
non va condannata
non va sprecata
Va sentito il rumore
anche di chi ha sparato per errore
tutte le cartucce
restando a secco a malincuore
Prevale sempre il coraggio di dire
di spargere la voce e farla sentire
È un'ala del silenzio
che non deve poltrire
quando è necessaria e fondativa
non va risparmiato
neanche il fiato

©2023Vincenza Laface PremioParoleNuove AnimaDiVento



Desìdia - di - Michelina Giannitelli


Abbandono il mio corpo
in questa desìdia,
vaga la mente mia nel dolce far nulla.
Seduta in questo prato,
va il mio lento inoperare,
ad una quasi total pigrizia,
come il riposo di questa terra
dopo il lungo lavoro estivo.
Ripensa la mente al tanto bene donato,
al tanto operare,
per poi
da sola ritrovarsi.
Tanti i sacrifici e i rimpianti che,
quasi l'animo
si vorrebbe liberare in un pianto
quasi consolatore
ma, cedo e cado in questa desìdia.
Abbandono il corpo mio qui,
su questo suolo, stanco,
privo di forze, ormai inoperoso.
Privo di continuare a voler bene
e a fare del bene,
a chi pronto è a voltarti le spalle.
Abbandono la mente mia
e tutta me stessa in questa desidia
che tutto prende di me.
Vanno i ricordi al bene fatto e perduto.
Seduta su questo prato,
mi abbandono
come la terra in inverno,
al riposo e all'essere inoperosa.

©2023Michelina Giannitelli PremioParoleNuove AnimaDiVento




DESIDIA di M. Luisa Bandiera

 


Desidia,
una stanchezza
pervade sul far della sera
e fa chiudere gli occhi
sulle solite immagini
a interiorizzare gli eventi.
Desidia
nel tempo che passa
accompagna
le vie della vecchiaia
a far semplici cose
in solitudine fino a sera.
Desidia
s’instaura il desiderio
d’abbandono di progetti
che non hanno più riscontri
del tempo sul cammino
che ora pare sempre uguale.
Desidia
è nell’età avanzata
che ripercorre i suoi ricordi
dentro la mente e nel cuore
e mai li abbandona.
Desidia
ritrova poi la forza
di tempi più idonei
a percorrere sentieri
adatti all’età.
E… desidia… non è più!

©2023M. Luisa Bandiera PremioParoleNuove AnimaDiVento




DESIDIA di Tonia Cirigliano

 


Vorrei raccontar
la mia desìdia,
che dopo le feste natalizie avverto.
Ho imbandito tavole
per pranzo,
eppur cenette,
per tutta la famiglia.
Che meraviglia tenerli tutti stretti!
Per tutti loro
in quattro mi son fatta:
con fritti strepitosi,
ripieni, arrosti,
piatti tradizionali,
dolci, stuzzichini...
Ma ora che le feste
son finite,
e anche i commensali son andati,
mi sento addosso
come un'apatia,
stanca, svogliata,
oziosa, e quasi abbandonata...
Speriamo mi riprendo,
perché non so
fino a quando,
e se ci credete gente,
ma non ho proprio
voglia di far niente...

©2023 Tonia Cirigliano PremioParoleNuove AnimaDiVento



Desidia Di Nicola Venturi

 


Il passo sempre più lento
Che mi contraddistingue
Nei mattini esangui
Dell’età tarda
Si imprime pigro
Nella polvere
Del mondo
Mentre il pensiero
Non più alato
Ristagna nella desidia
Del mio vecchio cuore.

©2023 Nicola Venturi PremioParoleNuove AnimaDiVento



Desìdia- facile apparire Di Vincenzo Lagrotteria

 


Desìdia- facile apparire
Anche se oggi giorno la salute non mi accompagna, scrivo i miei pensieri, per evidenziare la sfacciataggine dell’indifferente, mi è deludente; sfogo col sentimento e con la mente nell’interpretare le parole, che il mio cuore vorrebbe poter urlare. E’ facile sognare di vivere nella quiete quotidiana; quel che manca nella vita si sogna, ed in bocca poi resta l’amaro, sempre di più amaro. L’animo si ribella con non poca sofferenza, mentre la vita scorre in silenzio seguendo il tempo. La realtà che opprime non è altro che “Desìdia, miseria d’animo”. E quando per pigrizia o negligenza o per pusillanimità ciò che si potrebbe fare per il bene del prossimo, si pensa ma non si fa mai, la ragione si ribella. Ora mi è difficile pure scrivere: poiché sento in me l’importanza di essere, e non di apparire, “l'uomo per com'è giudica e quel che tiene nel cuore semina”, Non voglio nulla di diverso più di quanto la vita mi ha elargito, consapevole che in questo mondo, forse sono un po' stupido, o forse anche troppo di cuore buono, purtroppo è l'unico che ho, un po' duole un po' ama: ama ciò che gli occhi vedono piacevole per amare, duole quando l’udito sente l'ingiusto e la ragione apprende. Potrei pure per molti o per qualcuno essere un numero o anche nessuno, non mi meraviglierei se codesti fossero quegli esseri (Desìdia); miseri d’animo, indolenti al bisogno altrui. Questi sono importanti, superbi, indifferenti; su questa terra abbiamo un luogo in comune, un giorno, potrei stare meglio in quel luogo vicino a questi anziché in vita a vederli o ascoltarli.
Mi chiedo spesso: perché questo Desìdia? Nel poco tempo che mi viene concesso di pensare, penso che potrei anche essere un misero uomo, pure se son convinto che fra una miriadi di esseri umani, come me altri c'è ne saranno, ma io non ne conosco e ditemi pure che sono stolto, non mi offendo, perché qui mi fermo a ragionare sul desìdia, convinto che potrei davvero essere unico, o, simile a quello stolto che asseriva convinto di aver camminato scalzo in un ruscello la cui acqua saliva e giunto che fu alla foce vi era un asino che beveva e avvedendosi della sua presenza impauritosi volò come un uccello.

©2023 Vincenzo Lagrotteria PremioParoleNuove AnimaDiVento



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A volte... AnnamariaVezio

  A volte ci si sente traditi per un saluto non corrisposto per una carezza non ricevuta... Forse l'altro sta soffrendo la stessa mancan...