Sembrava uscita
da un'icona
mia zia Lillí,
sorella di mio nonno.
Portava ancora
i suoi lunghi abiti
di foggia Liberty,
da perline ricamati,
che nei teatri
della sua Palermo
aveva un dí sfoggiati.
Occhi verdi,
carnagione chiara,
capelli grigio ramato
che ogni mattina districava,
a lungo spazzolava,
in lunga treccia poi serrava
e in un Cròbilo ribelle
sulla nuca li acconciava.
Preziose erano
le lunghe forcine in tartaruga
che la sua pettinatura
a corona contornavano.
Eppur sfuggiva ancor
sulle sue gote,
vezzosa,
maliarda,
giovanile ciocca.