Presi ad andare
ché troppo pressava il destino.
Decisero altri per me,
prevaleva il bisogno mentre il cuore sanguinava.
Così scelsi solo il percorso
calcando quello più lungo e difficile
affinché s’attutissero i traumi del distacco
prima ancora che la lontananza divenisse cilicio.
Qui, strappa l’anima questa solitudine!
Vado esplorando inospitali lidi e terre senza nome
cercando di trovare in esse rifugio e ristoro.
Ho ferite che bruciano la pelle…
Solchi d’aratro profondi sulla terra nuda
nell’attesa che vi nascano le spighe.
Sarò il paziente incisore che utilizzando l’arte dell’agèmina
esalterà ogni traccia scavata dal dolore
saturandola di dolce speranza e teneri ricordi.
18 gennaio 2022
©2022Carmelo Salvaggio Premio Parole Nuovo
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