sabato 27 marzo 2021

La Piratessa Nenè (Froge) di Giovanna Malara Restuccia


All'alba d'una mattina, dentro le mura d'una umile casina, si svegliò Nenè,
la piccola principessina.
Con una feluca di carta in testa, un mestolo per spada e grandi stivaloni da pesca, s'improvvisò audace piratessa.
Scorrazzando su e giù pel giardino, urlò a gran voce "ciurma vieni a me… svegliamo il dormiglione Re pe saccheggiar coccole cioccolatini caramelle e biscottini da tè".
Corsero al richiamo una vecchia gatta miagolando ed un giovane papero starnazzando.
"Oggi è la mia festa!" disse ai sudditi amici la buffa piratessa, e svolazzando come farfalla tra i cespugli di margherite e le vecchie calle ingiallite, intonava canzoni d'un tempo ormai sbiadite.
Ma ahimè… sull'aiola delle vermiglie rose, misera fine pose.
Scoppiò dirotto il pianto, con il culo a terra finì tutto il suo vanto.
"Cos'è mai questa sarabanda nel giardino del Re"
disse con tono fermo un uomo chinandosi alle lacrime di Nenè.
Ella alzò lo sguardo, e tra un singhiozzo e l'altro
"Son io mio Re la principessina Nenè".
In quell'istante si posò delicata una carezza sulle gote bagnate ed un bacio sulle rosse froge dal pianto dilatate.
Stretta al suo" albero" maestro, Nenè riaprì vele al suo estro, e seduta, del padre sulle forzute gambe, disse con timbro quasi arrogante…
"Sei mio prigioniero giovanotto"...
Era il 4 giugno del 78.

© Giovanna Malara Restuccia (S77M) ​Premio Parole Nuove AnimaDiVento2021



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