Oh, voi fanciulle dalle labbra rosate
piangete per il mio triste destino!
Io fui Fetonte dalla bionda chioma
agile il piede, sguardo di zaffiro
figlio di Helios dal cocchio dorato
che luce porta agli umani ed il calore
preso fui un dì da infausto orgoglio
di guidar la quadriga su nell’aere.
Il padre alfin cedette al mio desire
delle sorelle mie, sordo ai timori
io aggiogai le candide cavalle
dalle criniere lucenti come bronzo
le spinsi fino ai limiti del cielo
per poi scender come folgore sui campi.
Dalle frementi, dilatate froge
un vento caldo usciva e dava morte
bruciaron boschi, si seccaron prati
non mi fermai davanti a quel disastro.
Mosso a pietà dal pianto degli umani
il carro Zeus con folgore colpì
come uccello raggiunto dalla freccia
caddi sul nero suolo e lì morii.
Il padre mio, dal dolore piegato
pace non trova e resta buio il mondo
lacrime d’ambra piangon le sorelle
stormiscono già al vento come pioppi.
©Alberta Accattoli Premio Parole Nuove AnimaDiVento2021
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