Cerco ombrìa
in quella Terra arsa dal sole, da quel deserto di sale,
da quei cammelli gentili che si piegano al mio impacciato salire,
fra quelle pecore sgozzate penzolanti nelle strade, fra quei visi scuri abbronzati,
fra quei volti riparati da veli dove occhi scuri scrutano timidi, curiosi,
interrogativi e cordiali il passare dei simili eppure diversi e lontani.
Ombrìa…
fra quelle stelle in un cielo sfacciatamente blu accompagnato da danze notturne,
veli, campanelli, sorrisi in ventre scoperto, sensuale e invitante a tavoli
dove il vino è un nettare divino miscelato a musica esotica.
Ombria…
dentro quelle Medine racchiuse in buie stradine,
dove il venditore abile come i suoi avi regala gelsomino a forma rosa del deserto.
Ombria…
fra queste albe luminose tinte dal sole , dove già il primo mattino promette un’intera giornata di sole.
Ombria…
fra queste palme di datteri, di stordimento di gelsomino,
di polvere e di vento caldo di fuoco notturno,
di lottatori di spade di giochi di cavalli eleganti e superbi.
Ombrìa… diffusa e gradevole,
anelo
nell’abbraccio gradevole e fuggente
del tempo e la sua memoria.
©Sandra Carresi PremioParoleNuove2022