mercoledì 23 marzo 2022

Cheripo Di Teresa Lofaro


"Mi fa pensare al titolo di una canzone ma non ricordo quale. O forse a un testo antico, con dentro un personaggio singolare. Sì... ora ricordo, il suo nome era "Il Miramare". L'avrò studiato sicuramente negli anni di scuola o sfogliato durante le ore di lettura all'oratorio ma poco importa bisogna ora concentrarsi e ridare corda alla mia vecchia memoria. Ho nostalgia di quel tempo in cui un orologio si accordava come uno strumento. Erano gesti semplici di una vita quotidiana scandita da un ritmo più lento e forse più cristiano. Ma torniamo indietro di qualche pagina. Mi ricordo di un buon uomo, in paese lo chiamavano il Poeta. Camminava con la schiena un po' curva aiutandosi di un bastone. Non usciva mai di casa senza il suo cappello nero e nonostante la sua postura china e a volte sofferente, lui rialzava sempre il viso, sorridente. Quando incontrava gente si fermava sempre e con fare cordiale dava inizio ad una proficua conversazione . Aveva sempre un aneddoto da raccontare poi proseguiva la sua strada con passo lento e ormai paziente. Ringraziava il buon Poeta, ringraziava sempre il tempo. Conversava con il vento, con l'acqua e con le rondini, salutava con affetto il trascorrere delle stagioni, era un poeta dall'animo gentile e educato. Si dice che un giorno il Poeta al mare volle ritornare, per ascoltare ancora il canto delle onde e mentre lui pregava dinnanzi all'orizzonte, al suo cospetto sopraggiunse una vecchia conchiglia. La salutò col garbo suo innato e chiese di ascoltarne il cuore musicato. Prese allora in mano la conchiglia dal nome singolare e l'avvicinò con cura al suo orecchio. Ella gli raccontò una storia triste ma che un tempo proprio su quella riva era accaduta. Era la storia di un fanciullo bello e un po' fatato dal cuore buono e dal sorriso soleggiato che era venuto quel giorno a salutare l'amico suo che amava, il "Miramare". Doveva andar lontano per studiare ma non lo avrebbe mai nel cuore abbandonato e nell'addio una canzone gli aveva scritto . Parlava di una conchiglia bianca, era un 'artista che disegnava perle ambrate nell' abisso, da regalare ad ogni viaggiatore, da custodire caro in fondo al cuore. Quel giorno vide la conchiglia il pianto di un bambino triste e sussurrò un nome dal profondo oceano, si aprì e gli consegnò in mano un dono alquanto raro. Scese una lacrima sul viso del Poeta."
-"Cheripo, Madre mia, sono venuto a salutarti."
Gettò con cura in mare la perla che stringeva forte tra le sue mani.
Aveva finalmente ridato corda il Poeta, all'orologio del suo cuore...


@2022Teresa Lofaro
PremioParoleNuove AnimaDiVento



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