Respiro in uno spazio ostile
costretta in labili confini
da un velo impalpabile
pesante e oscuro
Guardo il tempo cadere
in pieghe scomposte
come un murale sbavato
da ogni stagione e temporale
vaga ombra di sé che insiste
e tenta di emergere invano
se casa non è più rifugio
ma guscio d'incubi racchiusi
in attesa della sua rovina
Nell'aria l'eco lontana
di furore su tutto incombe
Sul piancito un fiocco d'avena
disordine innocente
Ed è subito fuga
Eri scintilla accennata appena
piccolo cheripo sul bagnasciuga
semisommerso d'alghe e rena
nel gioco garrulo dell'acqua
nel sorriso eterno del sole vivo
È al tuo ricordo che adesso affido
il varco esiguo
ancora aperto alla speranza.
(fm) 1 Marzo 2022
©2022Francesca Montomoli
PremioParoleNuove AnimaDiVento
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